Luigi Bonavoglia - Milano 1949-1967 I ponti radio
I ponti radio
La rete e la commutazione - La fibra ottica
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La trasmissione telefonica è nata via cavo e per molti anni ha usato quasi esclusivamente la linea di rame come mezzo trasmissivo.
Al tempo stesso l'invenzione della trasmissione radio, usata nei primi anni come telegrafo senza fili, e cioè per trasmettere messaggi in codice Morse, fornì presto un nuovo modo di trasmettere la voce umana, e si dice che Marconi all'inizio pensasse alle onde radio soprattutto come mezzo di comunicazione personale, quasi preconizzando i telefoni cellulari entrati in uso comune solo alla fine del Novecento.
Ma sin dal 1914 furono sperimentate tecniche di trasmissione della voce per radio (radiotelefonia), e durante la Grande Guerra queste furono usate per le comunicazioni tra i piloti degli aerei e le basi. Ma per molti anni ancora l'uso più visibile delle onde radio fu quello broadcast e cioè la trasmissione unidirezionale da una singola stazione emittente a un gran numero di riceventi come è regola per le trasmissioni radio e poi televisive.
A partire dal 1940 si cominciarono a usare i cosiddetti ponti radio anche come linee telefoniche capaci di trasportare molti canali telefonici; il primo sarebbe stato un ponte radio sulla Manica tra Inghilterra e Francia che usava antenne paraboliche e frequenze di 1700 MHz. Durante la guerra furono usati ponti radio a 8 e 12 canali.
Dopo la seconda guerra mondiale, le tecniche sviluppate per fini bellici furono perfezionate e riutilizzate anche per la ricostruzione e l'ampliamento della rete telefonica in alternativa alla classica linea di rame.
I ponti radio per essere affidabili ed avere una banda sufficientemente larga, richiedono l'uso di onde di frequenza molto alta, ovverosia di lunghezza d'onda molto bassa; queste onde possono propagarsi solo in linea retta e quindi i ponti radio devono essere installati di norma in luoghi molto alti e che siano bene in vista tra di loro, tipicamente in cima a colli e monti.
Nonostante questo vincolo il ponte radio ha il vantaggio, rispetto alla linea di rame, della maggior facilità di installazione: basta realizzare due stazioni anche molto lontane purché in vista l'una dell'altra senza la necessità di dover posare chilometri di cavo coassiale con giunzioni e ripetitori. Maggior facilità che si traduce anche in maggior economia, soprattutto là dove la natura del terreno rende particolarmente difficile e costosa la posa di un cavo.
Vincendo qualche iniziale diffidenza negli anni '50 una discreta parte della rete telefonica venne realizzata con ponti radio. Come risulta dal grafico a lato il numero di canali trasmissibili con un ponte radio crebbe continuamente fino agli anni Sessanta, arrivando ad avvicinare le prestazioni di un cavo coassiale.
In Italia era la SIRTI la società preposta alla realizzazione della rete telefonica interurbana e negli anni Cinquanta fu soprattutto Luigi Bonavoglia l'uomo dei ponti radio, colui che all'interno della SIRTI ne promosse l'uso e ne progettò moltissimi in cima a colline e montagne in ogni angolo d'Italia.

Più in alto della cima delle montagne c'è solo il cielo, ma anche questo limite fu superato: nel 1962 infatti furono messi in orbita i primi satelliti per telecomunicazioni, i TelStar americani (*). Di fatto questi satelliti funzionavano da antenne di ponti radio su scala astronomica. I primi TelStar avevano in realtà orbite ellittiche basse e potevano essere usati solo per il breve periodo durante il quale erano visibili da entrambe le stazioni di terra. L'uso più spettacolare fu senza dubbio quello delle prime dirette televisive tra Europa e America.
Negli anni seguenti (1963-1965), realizzando un'idea di Arthur C. Clarke, furono lanciati i primi satelliti per telecomunicazioni posti in orbita geostazionaria, un'orbita equatoriale circolare molto alta con raggio di circa 42000 km (36000 km sopra la superficie terrestre), che ha la caratteristica di avere lo stesso periodo di rotazione del giorno sidereo terrestre. Questi satelliti appaiono quindi come immobili visti dalla Terra, proprio come altissime antenne di ponti radio e quindi sono permanentemente in funzione.
I satelliti geostazionari furono usati per molti anni anche per le trasmissioni telefoniche. A causa della enorme distanza da coprire (tra 70000 e 80000 km tra andata e ritorno a fronte di una velocità della luce di 300000 km/s) era avvertibile nelle telefonate intercontinentali via satellite un piccolo ritardo nella risposta, ma la cosa non poneva particolari problemi.
Anche in Italia si lavorò molto a progetti sui satelliti per telecomunicazioni; lo CSELT in particolare che con il progetto COMSAT perseguiva il sogno, in seguito abbandonato, di un satellite che fosse anche una centrale di commutazione. (*)
L'uso dei ponti radio e delle comunicazioni via satellite è stato molto ridimensionato dall'avvento della fibra ottica che permette di portare un numero talmente elevato di canali telefonici da rendere di nuovo conveniente la posa dei cavi, compresi quelli transoceanici.
Nonostante tutto i ponti-radio continuano ad essere usati ancora oggi, ovviamente convertiti in ponti radio numerici; per certi versi un ritorno all'antico visto che le prime trasmissioni radio usavano il codice Morse, che è un sia pur rudimentale codice numerico.
E a partire dalla fine del Novecento hanno cominciato a diffondersi le trasmissioni radiotelefoniche per uso personale, i popolari telefoni cellulari ... ma questa è tutta un'altra storia.


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I Telstar erano in verità stati preceduti dal satellite Echo un enorme pallone riflettente che poteva funzionare solo in modo passivo, da ripetitore, come un eco appunto. A causa delle sue dimensioni e della sua superficie Echo era visibile molto bene da Terra come un astro luminosissimo che attraversava i cieli. X
Il satellite doveva essere una vera e propria centrale di commutazione in cielo, che avrebbe dovuto permettere le trasmissioni tra piccoli Paesi senza passare per le centrali di transito delle grandi compagnie telefoniche internazionali. Il progetto non fu mai realizzato per la sua notevole complessità ma probabilmente anche per l'opposizione delle suddette compagnie. X